Quattro chiacchiere con Sybilia Goodspell (alter ego di Gabriella Grieco)

 

Appena tornata dalla mia breve vacanza, i miei colleghi Declan e Flynn mi hanno riportato alcune notizie su Sybilia Goodspell, una strega necromante che era stata allieva della famosa scuola di Magia e Stregoneria di Hogswarts.

Appresa la notizia, ho lasciato che la mia curiosità prendesse il sopravvento e le ho mandato una civetta con un paio di righe di presentazione. Poi ho atteso pazientemente la sua risposta.

Già in serata, con mio grande stupore, mi vidi recapitare una missiva di Sybilia nella quale mi diceva di accettare di buon grado il mio invito per un’intervista. Nella lettera c’erano anche le istruzioni per poterla raggiungere. In realtà, e con mio grande sollievo, capii che avrebbe pensato a tutto lei (incantesimo e tutto il resto). Dovevo solo dirle il giorno e l’ora. Attraverso un altro paio di messaggi, siamo riuscite ad accordarci. La notte stessa quasi non chiusi occhio per l’emozione e l’indomani, seguendo le istruzioni di Sybilia, mi preparai come si deve per incontrare una strega del suo calibro.

Alle 23.00 precise (né un minuto di più né uno di meno), vestita di nero, come mi aveva indicato nella lettera, uscii dalla mia abitazione e mi recai in un vicolo appartato.

Dopo un breve attimo in cui avvertii un lieve stordimento, mi ritrovai catapultata nel salotto di una casa in stile gotico.

Salotto di Sybilia

 

Subito il mio sguardo venne rapito da un’enorme quantità di foto bellissime e dai colori vividi apparentemente contrastanti con il resto dell’arredamento della stanza. Mentre ancora mi stavo godendo la meraviglia di quelle foto, una voce femminile alle mie spalle mi destò dall’incanto: “Non si avvicini troppo!” Non avendo udito rumore di passi, l’apparizione improvvisa della padrona di casa mi fece sussultare leggermente, ma la cordialità del tono della sua voce mi mise immediatamente a mio agio e mi voltai.

Di fronte a me si ergeva in tutta la sua bellezza una donna dall’aspetto giovanile con dei lunghi capelli castani che le scivolano fluenti sulle spalle; un viso dall’ovale perfetto e uno sguardo magnetico che faceva risaltare le sue iridi smeraldo. Accanto a le c’erano un gatto e un enorme cane. Anche loro sono entrambi neri, come l’abito che indossava Sybilia: “Salve, Serena. Non abbia timore. Sono pericolosa, ma solo per i miei nemici. Il mio nome è Sybilia Goodspell e questi affianco a me sono il mio famigio Angel Butterfly e Nerone, il mio fedele amico Sono gli unici maschi che ammetto alla mia presenza”.

Immagine incantata coi colori dell’Irlanda

Accennando un sorriso, le allungai la mano per presentarmi. “Salve, Sybilia, la ringrazio di aver accettato il mio invito per questa intervista e di avermi accolta nella sua bella casa. Vedo che ha appese molte foto!! Complimenti!!!” “Beh, non sono esattamente delle foto. Noterà che ciascuna ritrae un paesaggio diverso, ma non si avvicini troppo oppure scatterà l’incantesimo hoplà e si ritroverà immersa nel paesaggio. Sono molto utili sia per fare un viaggetto sia per liberarsi di un importuno. Sì, è uno dei miei hobby. Se le fa piacere ne scelga una. Le insegneró gli incantesimi per entrarvi e, soprattutto, uscirne”. Mi disse. “Ah che gentile!!” Le risposi sorpresa. “Un’immagine incantata per fare un viaggio quando ho bisogno di staccare mi può far sempre comodo. Mi attrae quella con il bel paesaggio che richiama la mia bella Irlanda. Come lei saprà, sono mezza italiana e mezza irlandese”.

“Ne era giunta notizia alle mie orecchie”. Mi rispose con tono cordiale “Anche se vivo isolata tra i monti, celata ai non magici, i miei amici animali mi raccontano tutto ciò che accade. E con i miei incanti di cognizione faccio il resto”. Agitando la mano e mormorando un breve incantesimo (che qui, sempre per motivi di sicurezza, non riporteremo), staccò il quadretto dalla parete facendolo fluttuare di fronte a me. Contenta ed emozionata, lo presi fra le mani. “Ah bene!! E per uscire? Come devo fare?” Le chiesi incuriosita ed eccitata nel contempo. Con un semplice gesto della mano, Sybilia fece apparire una bellissima penna sormontata da un serpente e vi scrisse una parola magica: alpòh. “Pronunci questa parola e ritornerà immediatamente dov’era.” Con un ampio sorriso, lo deposi accuratamente nella mia borsa. “La ringrazio tantissimo per questo regalo!! Ne farò sicuramente buon uso”. Le dissi. “Ne sono lieta. E adesso, desidera fare una passeggiata nella mia serra, per caso? Ho piante un po’… particolari.” Un lieve tono di sfida risuonò nella sua voce. “Oh sì mi piacerebbe molto!! Mi hanno detto che lei, da grande appassionata di botanica, ha una serra magnifica con piante davvero rare e particolari.” Il mio entusiasmo misto a curiosità s’avvertì distintamente. Un sorriso si allargò sul volto di Sybilia. “Sì, amo la natura sicuramente più degli esseri umani. Mi segua, prego.” Detto questo mi condusse in un sotterraneo che diventava sempre più freddo man mano che scendevamo. “Qui trova le mie Ghiacciole. Sembrano cristalli di ghiaccio, e prosperano nel clima freddo. Quando la temperatura scende sotto lo zero fioriscono.” 

“Interessante!! Assomigliano ai fiori di ghiaccio che coltiva la Regina delle Nevi. Sono gli stessi, per caso?” Dissi osservando stupita quei bizzarri, ma bellissimi fiori di ghiaccio. “Molto simili, ma non gli stessi. Le Ghiacciole sanno difendersi. Se lei provasse a prenderne una si ritroverebbe avvolta da steli di ghiaccio.Se ha coraggio, le mostrerò anche la mia collezione di piante velenose.” Nella sua voce avvertii ancora una volta un lieve tono di sfida che, divertita e incuriosita, accettai silenziosamente.

“Sono una persona molto curiosa, certo che mi piacerebbe!! E…mi dica, ci fa anche delle pozioni con quelle piante?” “Certo! Studio i veleni vegetali da almeno due secoli.” Rispose con una punta di orgoglio. “Non può immaginare quante pozioni si possano fare, da quella che provoca un leggero mal di testa, fino all’estratto di Alma Fetida, che svuota la mente lasciando un guscio vuoto, un involucro senza volontà.” L’ultima affermazione di Sybilia mi suscitò un guizzo d’ilarità. “Venga, ma faccia attenzione a non toccare nulla. Le mie piante non amano gli estranei.” Affermò invitandomi a passare in mezzo a due bellissime aiuole “Queste sono mortali.” “La ringrazio per l’avvertimento! Me ne terrò alla larga!” Intervenni. “Ciò che mi ha detto dell’estratto di Alma Fetida mi ha fatto sorridere, non tanto per ciò che può fare, che è straordinario, ma per il fatto che in giro, sembrano esserci persone che sono in questo stato dalla nascita, non trova?” Guardandomi di sottecchi, Sybilia trattenne a stento una risata. “Ha ragione! Chissà, forse la mia piantina non potrebbe fare di più!” Sorridendo divertita alla sua affermazione, desiderosa di approfondire la conoscenza della mia interlocutrice, volli chiederle della sua esperienza accademica: “Mi tolga una curiosità: se non erro, è stata allieva nella famosa scuola di Magia e Stregoneria di Hogswarts. Come era studiare lì?”

Apparentemente incurante della mia domanda, Sybilia proseguì a farmi da Cicerone. “Ma guardi questa, pur essendo una comune pianta non magica, io la coltivo per la sua bellezza oltre che per la sua tossicità: È l’abro, un arbusto i cui semi assomigliano a graziose coccinelle. Bella, vero? Eppure, è molto velenosa. La tintura madre ricavata dai semi può portare alla morte. Dolorosa e prolungata. Adesso però torniamo di sopra, le voglio offrire una tazza di tè, lo gradisce?” Proseguì quasi seguendo i suoi pensieri. “Molto volentieri!!” Esclamai, forse, con eccessivo entusiasmo. La voglia di conoscere la mia ospite cresceva sempre più. “Lo adoro! È una delle mie bevande preferite! Lei ne ha di particolari, immagino” Le risposi “Il mio preferito è il tè nero speziato, ma anche il tè giallo alla frutta è buono. Ma mi chiedeva di Hogwarts… Sì, l’ho frequentata. Ero nei Serpeverde, naturalmente, anche se non ho mai condiviso l’adorazione per Voldemort. Un uomo, figuriamoci! Mi piacevano tuttavia i principi elitari dei Serpeverde. La magia non è roba per i non magici!” Un gioioso stupore si dipinse sul mio volto.

Stemma dei Serpeverde

“Concordo pienamente con lei!! Naturalmente, come lei saprà, sono una Strega che segue le Antiche Vie Celtiche e non sopporto coloro che, non essendo dotati di poteri dalla nascita, si cimentano nella pratica della magia o della stregoneria.” “Infatti. Oltretutto, un contatto troppo ravvicinato con i non magici provoca sempre dei danni: o invidiano il potere della magia, ignorando che grandi poteri danno enormi responsabilità, o tentano di imitarci con quella loro… tecnomagia o tecnologia che dir si voglia. Non capiscono che un telecomando non potrà mai imitare una bacchetta!” Un gioioso stupore risuonò nella mia voce: “Esattamente!! Personalmente non sopporto chi mi dice che, siccome sono una strega, posso fare ciò che voglio. La stregoneria ha i suoi pericoli e le sue insidie. Il Potere va gestito, indirizzato, canalizzato e usato solo in determinate occasioni. Tornando al tè, mi piacerebbe assaggiarne uno aromatico, se ce l’ha”
“Tè al melograno?” Mi disse Sybilia stringendo fra le mani una scatolina di metallo. “È dolce e profumato. Oppure allo zenzero e arancia, dall’aroma pungente inconfondibile. E senza veleno! È una strega anche lei e anche se pratica la magia bianca, che io apprezzo poco, non potrei mai offrire del veleno a una “collega”.”La ringrazio! È segno di profondo rispetto fra “colleghe”. Le dissi sorridendole apertamente. “Devo confessarle che è la stessa impressione che mi aveva fatto appena le ho stretto la mano. Prendo il tè allo zenzero e all’arancia, adoro gli aromi forti e agrumati”

Agitando di nuovo la mano, Sybilia fece apparire un’elegante coppia di tazze inglesi ricolme di tè fumante. “A lei, prego. Zucchero? Latte?” Affermò mentre una zuccheriera e una lattiera apparvero sulla tavola. “Non dovrei, ma io lo prendo dolce.” “Il tè lo bevo con un po’ di zucchero. Il latte mi provoca strani fastidi di cui è meglio non parlare con una donna e una strega come lei.” Affermai con un lieve imbarazzo nella voce. “Ma mi tolga una curiosità… Una strega bianca non può curarsi da sola? Noi negromanti oscure non abbiamo di questi problemi!” La sua sincera curiosità risuonò nelle sue parole. “La mia intolleranza al lattosio non è una cosa che si può curare senza conseguenze. È una questione di equilibri. Sebbene tra i miei poteri abbia quello della guarigione, non posso usarlo su me stessa o sarebbe “profitto personale”. Potrei tranquillamente usare i miei poteri per guarire una ferita e, in passato, in Irlanda, m’è capitato, ma non posso farlo con me.”

Un improvviso e violento temporale interruppe bruscamente la nostra conversazione. L’intera casa rimase al buio e, per diverse ore, nonostante i nostri ripetuti tentativi, non fu possibile riprendere la conversazione.

Con un tuono più forte degli altri, il grosso e minaccioso temporale finì. Nelle mie orecchie riecheggiò la voce di Sybilia. “Rieccomi!” Il volto di Sybilia riapparve confuso di fronte a me. “Riprendiamo da dove avevamo lascito, Sybilia?” Avvertii la mia voce risuonare ovattata come se fossimo in un luogo fuori dallo spazio e dal tempo.

“Certo. Per noi è normale fermare il tempo e poi farlo scorrere di nuovo. Non so però se anche voi streghe bianche avete questo potere…” “Anche se non è uno dei miei poteri, ci sono streghe bianche che ne hanno la capacità” “Va bene, allora ci penso io a far girare di nuovo le lancette.” un altro rapido movimento del polso e un sussurro. “Ecco!” Esclamò Sybilia risoluta mentre il salotto della sua casa in montagna riapparve attorno a noi. Con un sorriso ammiccai a Sybilia.

“Interessante questa magia!” “Sai, Serena, nonostante tu sia, come dire, una strega imperfetta ai miei occhi, la tia gentilezza mi piace. Vorrei mostrarti un posto che non ho mai mostrato a nessuno. A nessuno che sia poi tornato indietro per parlarne. Ti interessa?” La mia gioiosa sorpresa trasparì nel mio sorriso. Ero stupita e, quasi, commossa dal fatto che Sybilia mi avesse dato finalmente del “tu”. “Mi interessa molto! Mi incuriosisce e mi affascina il tuo mondo! Risposi con entusiasmo. Un autentico accenno di sorriso apparve anche sul volto di Sybilia. “Devi essere un’amica, insomma. Gli esseri che fanno la guardia sono stati accuratamente istruiti: chiunque può entrare, ma solo a chi si fida di me sarà concesso di uscire.”

“Vieni, seguimi.”Con un cenno d’assenso, la seguii nei sotterranei di buon grado. Sapevo di potermi fidare di Sybilia. Lo avvertivo nei miei sensi da tempo. Scendemmo lungo un sentiero tra le rocce su cui si fonda la casa. Il percorso era buio. C’era solo un leggero alone che emanava dagli abiti di Sybilia. “Ecco, questa è la porta che conduce nel mio luogo segreto. Dietro questa porta ci sono i custodi. Sei sicura di voler varcare la soglia?”

“Più che sicura!! Andiamo!” La mia voce risuonò con un lieve rimbombo tra le pareti del cunicolo. “Va bene” disse semplicemente e poi sussurrò un altro incantesimo. “Apriti, Sesamo!” All’udire quelle parole scossi leggermente la testa divertita. Notando la mia reazione, Sybilia ebbe un lieve moto d’ilarità e affermò: “Beh, mi piaceva come incantesimo per aprire le porte! Ecco a te il mio Drago di Ghiaccio e alla sua destra il Drago di Fuoco. Saranno loro a decidere se potrai tornare indietro o se rimarrai qui per sempre.”

Scrigno di Sybilia

Con lo sguardo pieno di gioioso stupore, mi avvicinai ai due draghi con profondo rispetto Il drago di ghiaccio era trasparente. Al suo interno brillava un cuore turchese palpitante. In quello di fuoco il cuore si rivelò solo per una fiamma che brillava più delle altre al suo interno. “Hai paura?” Mi chiese Sybilia. “No, affatto! Adoro i draghi. Beh, da vicino non li ho mai visti, ma ho sempre trovato che siano creature magnifiche.”
Il sorriso di Sybilia si allargò. “Bene. Andiamo avanti. Non badare alle porte che vedi lungo il sotterraneo, contengono ciò che resta di chi mi ha fatto del male. Annuendo, proseguii il cammino dietro a Sybilia. “Ecco, qua mi fermo. Ora devi proseguire da sola per qualche metro. Vedi quel baule di legno? È chiuso, ma vorrei che tu lo aprissi. C’è qualcosa dentro.”

“Davvero posso?” Sussurrai mentre avvertivo l’energia del baule attrarmi a sé come un silenzioso e irresistibile invito. La mia profonda empatia mi fece intuire che c’era uno strano mondo ad attendermi dentro il baule. Dovevo solo lasciarsi guidare dall’istinto e aprire. In ginocchio di fronte allo scrigno, m’apprestai a sollevare il coperchio. Uno, due tre contai mentalmente.

Un gesto deciso mi guidò la mano per aprire. Lo sguardo di Sybilia s’illuminò di gioioso stupore.“Hai trovato l’acchiappasogni! Sì, è un artefatto di un popolo che aveva in sé la magia. Potevi trovare qualsiasi altro oggetto, ma è uscito questo e io ne sono lieta. Non sapevo cosa avresti trovato. Questo antico baule reagisce al cuore di chi lo apre.”

“Cercavo un acchiappasogni da molto tempo, forse da sempre!!” Esclamai mentre una lenta lacrima di commozione mi scese sulla gota sinistra “Tu sei la prima che abbia trovato la chiave per i sogni. Così potremo rimanere in contatto perché io, Serena cara, sono solo un sogno e vivrò solo fin quando qualcuno continuerà a sognarmi.” Sybilia chiamò a sé l’acchiappasogni che volteggiò con grazia fino alla sua mano. “Prendilo, è il mio dono per te che hai avuto fiducia in me. Non hai avuto timore del male che avresti potuto incontrare, non hai avuto paura perché il tuo cuore è puro e il sorriso è sempre aperto sul tuo volto.”

Stringendo l’acchiappasogni fra le dita tremanti d’emozione e di gioia, m’avvicinai a Sybilia e l’abbracciai. “Non posso avere paura del male perché ho capito, fissandoti negli occhi, che tipo di persona sei e ciò che ho visto mi piace davvero.” “Io so essere molto crudele, ma so anche essere una buona amica. Dipende da chi mi si avvicina. Tu sei una bella persona, e migliori chiunque ti avvicini.”

Mentre ancora stava parlando, un autentico sorriso carico d’affetto andò progressivamente allargandosi sul suo volto. “Quando vorrai venire a trovarmi, soffia sull’acchiappasogni e pronuncia il mio nome. Io sarò qua. La mia casa è aperta, per te.” Dopo una piccola esitazione, ricambiò l’abbraccio.

“Torniamo pure indietro. I miei guardiani ti faranno passare.”Restando in silenzio, annuii di nuovo. Mentre risaliamo la porta del suo luogo segreto si chiuse con uno scatto dietro le nostre spalle.

“Tornerò spesso a trovarti, mia cara e nuova amica. “Dissi mettendole una mano sulla spalla. Anche Sybilia mantiene il silenzio. “Dopo la scomparsa della mia amica Fleur credevo che non avrebbe avuto mai più il conforto di una amicizia magica. Diverse volte avevo sottoposto qualcuno alla prova dei draghi e del baule, ma nessuno l’aveva mai superata. Bene! A quanto pare mi sbagliavo. Però solo se potrò portare con me i miei famigli.”

“Ma certo!! Adoro gli animali! I famigli sono parte di te e non potrei accettare io che tu venga senza di loro.” “Grazie. Sì, in effetti fanno parte della mia essenza. Senza di loro non sarei completa. E sarei anche molto più cattiva, ih ih ih! In fondo, io sono sempre una strega cattiva!”

“Tu sei cattiva solo con chi sai di non poterti fidare. Sono scesa con te nel profondo del tuo cuore e ho trovato ciò che cercavo: un’amica leale e sincera.” “E io ne sono felice. Adesso, mia cara amica, lascia che ti riporti indietro nel tuo mondo con un’altra piccola magia. A meno che anche tu abbia il potere di smaterializzarti e riapparire dove vuoi.” “Non ho questo potere” Dissi semplicemente “Ma, se sei un sogno, il mio sogno, credo di sapere come tornare a casa: devo solo svegliarmi, giusto?” “Giusto… io svanisco…” “Ti verrò a trovare molto spesso. È una promessa!” La mia voce risuonò come un’eco lontana nelle orecchie di Sybilia. I miei occhi si riaprirono sul mondo reale. Il mio cuore era colmo di gioia e sul cuscino accanto al mio capo trovai l’immagine incantata coi colori della mia Irlanda e l’acchiappasogni per tornare a trovarla. Commossa, strinsi gli oggetti al petto. Sarà stato anche un sogno, ma questi sono reali. Pensai fra me con gli occhi inondati di lacrime. Le amicizie, quando sono autentiche, attraversano qualsiasi confine: anche quello fra sogno e realtà.

About the author: Serena De Francisci